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Bene seppur nel male 

«I piccoli villaggi remoti d’Italia sono ora una fuga ideale […] gli italiani che andranno in vacanza dopo il blocco diffidano delle località affollate, i piccoli borghi storici stanno emergendo dall’ombra» scriveva «The Guardian» anno scorso in relazione alla stagione turistica a venire. Secondo Marcello Comanducci, ex presidente di «Arezzo in Tour» il pronostico è stato corroborato dai fatti: «nella finestra estiva del 2020, quando il Covid ci ha dato un po’ di fiato, i posti più piccoli e meno affollati hanno performato meglio delle città più grandi dove le perdite sono state notevolmente maggiori. Anche in questo ambito, il covid si è rivelato una sorta di catalizzatore in un trend già innescatosi da qualche anno». La riscoperta dei paesini e della campagna, di cui la Toscana è icona, palesa per il nostro territorio uno spiraglio di luce nella tempesta pandemica ma, tuttavia, se i dati relativi fanno fare un piccolo sospiro di sollievo, non bisogna illudersi: la perdita c’è stata eccome. «Fonte IRPET dichiara che in Valdichiana si è registrato, seppur con una accentuata presenza sommersa, un calo del 57% del flusso turistico in un’annata che, dai mesi di Gennaio e Febbraio, faceva sperare in un 2020 quanto mai redditizio»,

Carlo Umberto Salvicchi

afferma Carlo Umberto Salvicchi, responsabile area Valdichiana presso confcommercio. Consideriamo che la Valdichiana aretina, nel corso di nemmeno 10 anni, è passata dalle 292 mila presenze

del 2010 alle 382mila del 2019, valore a cui si riferiscono le perdite di cui sopra. Un flesso che è evidentemente dipeso dagli ostacoli che hanno osteggiato l’afflusso di turisti oltre confine che rappresentano la fetta più ampia della nostra clientela. Ma il dato «nudo e crudo» deve essere maneggiato attentamente. Difatti, seppur con il lockdown le presenze siano state praticamente azze

rate tra Marzo e Maggio (sia per lo stop alla fieristica, sia per le mancate prenotazioni stagionali), se circoscriviamo il fuoco all’estate scorsa non possiamo che constatare una flessione di qualche punto percentuale, e addirittura in qualche mese la copertura sarebbe stata del 95%. 

 

Primo punto: vanno stabilite regole chiare quanto prima

Marina Torresi

Un’industria, quella del turismo, profondamente in crisi ma che occorre immediatamente tutelare e prontamente rilanciare. Stando ad un rapporto della Banca D’Italia del 2018, le attività del settore valgono il 5% del PIL, o il 13% se consideriamo anche la ricchezza generata indirettamente. Ma cosa dovrebbero fare «i piani alti» per tutelare questa miniera d’oro? «Cortona e la Valdichiana avrebbero, molte possibilità se non fosse per la poca lungimiranza di chi avrebbe dovuto, già da tempo, mettere sul tavolo le direttive che gli operatori turistici dovranno seguire estate prossima», ci dice Marina Torresi di Villa Marsili, nota albergatrice cortonese. «Ad esempio, abbiamo sentito molte critiche verso l’esodo pasquale alle Canarie ma il discorso dovrebbe essere stato un altro: gli apparati burocratici amministrativi spagnoli sono stati abilissimi a intercettare le esigenze della clientela in termini di sicurezza. Il buon risultato è frutto di una strategia meditata per tempo, con l’improvvisazione non si va da nessuna parte.» Ma nel Belpaese non sono andate così le cose e gli organi competenti forse sono stati un po’ sonnecchianti. Infatti, le frecce a disposizione dell’offerta turistica certamente non mancano, ma occorrerebbe maggior recettività dalla cabina di regia: «E’ necessario già da adesso mettere sul piatto le regole del gioco affinché ristoratori, albergatori e gli altri addetti ai lavori possano prepararsi subito: serve tempo, non possiamo organizzarci dalla mattina alla sera e tantomeno essere stoppati all’ultimo momento come successo più volte». 

Esperienze turistiche compatibili con le circostanze 

Se nel momento in cui stiamo scrivendo il pass regionale è già stato approvato, rimane però il grande dilemma del cosiddetto «passaporto vaccinale». Una volta sciolta la questione, le implicazioni per il territorio non sarebbero così disastrose, considerato che le nostre zone attirano una clientela «non da discoteca» bensì un turismo di nicchia con spiccati interessi culturali che è in cerca di attività da svolgere in piccoli gruppi. Insomma, parliamo di un’offerta turistica che sarebbe compatibile con le esigenze e le normative.

Beatrice Gazzini

Un pacchetto che però necessiterebbe di essere aggiornato e affinato come ci suggerisce Beatrice Gazzini, dell’agenzia Bice Viaggi, «E’ fondamentale porre l’accento sul turismo esperienziale, non siamo le Maldive, le caratteristiche del resort sono aspetti secondari: la carta da giocare è l’esperienza che possiamo offrire grazie alle nostre attività.» Ovviamente, anche questo discorso, deve essere debitamente declinato al nuovo contesto, che costringe a lavorare anche (o forse soprattutto) con i propri concittadini ai quali non si può proporre la stessa soluzione con chi viene d’oltreoceano, «dobbiamo proporre i cosiddetti «insoliti weekend», pacchetti fatti su misura ma che prevedono esperienze peculiari come la falconeria, il percorso della bonifica o, per quest’anno, la possibilità di fare smart working in relax in Valdichiana con prezzi moderati», una bella alternativa per chi è abituato a lavorare tra le quattro mura di casa in una metropoli. Anche Lucio Gori, responsabile area Valdichiana presso Confesercenti sottolinea l’esigenza di rendere il turista pare attiva, non passiva, del suo soggiorno evidenziando che «le esigenze si muoveranno verso l’outdoor e il turismo lento, quindi tutto quello che rientra nel trekking, cicloturismo, sentieristica ed escursioni e sarà dunque importante da questo punto di vista essere attrezzati nei servizi.» «Comunque – postilla Gori – secondo una ricerca del Politecnico di Milano, sui motori di ricerca, la sezione case-vacanza pare la più attraente, questo fa ben sperare».

L’agriturismo come un protagonista dell’estate

Lidia Castellucci

Anche da quest’ultima informazione, non possiamo che immaginare che saranno proprio gli agriturismi i grandi protagonisti della stagione estiva: oasi perfetta del turista che predilige una vacanza all’insegna della quiete e del relax; viziato da un calice di Rosso e da un panorama di spighe dorate. Come ci illustra Lidia Castellucci, presidente di Coldiretti Arezzo e indiscussa esperta nel settore, «la Toscana ha a disposizione un ampio ventaglio di agriturismi, dai più semplici ai più strutturati, capaci di intercettare la richiesta di strutture isolate dove rilassarsi in sicurezza proprio in virtù di scongiurare ogni pericolo covid». Ma questo proposito è necessario che venga elaborata una proficua collaborazione tra pubblico e privato per affinare i servizi e valorizzare tali strutture «la Valdichiana necessita di efficienti servizi per la mobilità: un grande limite sono i trasporti tra stazioni ferroviarie e centri storici e tra strutture, basterebbero bici elettriche, auto elettriche, navette». 

Marcello Comanducci

Preservare le proprie peculiarità ma senza cadere nel campanilismo

Affinare la mobilità in provincia è il presupposto per concepire un gioco di squadra che darebbe una marcia in più alla provincia ma occorre scalzare il campanilismo e proiettarsi in un’ottica di mutuo appoggio. «Pensare esclusivamente al proprio orticello ha portato soltanto ad una frammentazione dell’offerta ed un tempo di permanenza molto basso», afferma Comanducci. Ed è a questo proposito, in gergo «cross marketing», che è nata Arezzo In Tour, «un ente pubblico indipendente che potesse tessere un disegno unitario per l’intera provincia: abbiamo sempre lavorato calandoci nell’ottica del turista, offrendogli ciò che potesse interessargli, a prescindere che si trovasse o meno nel comune aretino. All’interno dell’associazione figurano però pochi comuni della Valdichiana, solo Castiglion Fiorentino e Foiano della Chiana. A questo proposito ne approfitto per lanciare un appello affinchè gli altri comuni entrino nell’ente: l’opportunità è per tutti». 

Estate 2021, tra dubbi, pronostici e incognite

Secondo Andrea Bruni, fondatore di Hill Towns Tours, un tour operator con sede a Cortona, lo scenario è ancora in bilico: per il momento siamo di fronte a una clientela nord europea, più stazionaria, di medio-basso costo, che rimane prettamente in struttura anziché spendere magari al ristorante o nei nostri borghi.

Andrea Bruni

Ma se gli americani potranno tornare a viaggiare nel nostro paese, Bruni è fiducioso nella svolta «settembre e ottobre saranno due mesi in cui si farà qualcosa in più rispetto all’anno scorso, per poi avere un 2022 con una domanda crescente in modo significativo». Anche Gianfranco Lorenzo, direttore del settore Ricerca Centro Studi Turistici Firenze, fa eco al collega, asserendo che il 2021 si distinguerà «per il viaggio di prossimità e i principali mercati saranno ancora quelli di breve e medio raggio, con gli italiani a dare il contributo maggiore al mercato, spostandosi soprattutto in auto o in treno, e rimanendo tra i confini della propria regione o tra regioni limitrofe». Inoltre, chiosa l’esperto in una pubblicazione del Febbraio scorso (quindi da maneggiare con cautela), «i primi segnali di ripartenza dei mercati stranieri potrebbero arrivare tra la tarda primavera-inizio estate, soprattutto dai paesi «vicini di casa», con un ottimistica previsione del +45,6% dei pernottamenti rispetto anno scorso. Ciononostante saranno gli italiani a rappresentare la componente di mercato prevalente, con una crescita di presenze nostrane stimata al +13,2%». Segnali di speranza profilano anche dal CST di Firenze che ha stimato per quest’anno un incremento, rispetto al 2020, di 4,7 milioni di pernottamenti in Toscana; ma, gli indici che si prospettano nel settore extralberghiero, vedono una copertura occupazionale del 41%, da aprile ad agosto, spiega Comanducci. 

Vaccini & vacanze, ecco il tormentone della stagione

Per concludere, fermo restando la grande variabile dell’andamento della campagna vaccinale, vuoi a livello nazionale vuoi a livello europeo, tante altre sono le questioni incerte, intrecciate e ancora aperte rispetto cui servirebbe evidentemente maggiore vigorosità dai palazzi del potere. Proprio nel momento in cui stiamo mandando il giornale in stampa, il discutibile, ma non sufficientemente discusso, prolungamento del coprifuoco pare un altro fardello sulle spalle dei già stremati operatori del turismo. Insomma, citando un nostro illustrissimo contiguo, del domani non v’è certezza.