Morì in ospedale dopo un giorno e mezzo di agonia. Chiesta l’archiviazione per il caso di Ylenia Cavallini

La Procura di Arezzo l’archiviazione per il caso di Ylenia Cavallini, la giovane 28enne morta dopo un giorno e mezzo di agonia al San Donato di Arezzo il giorno di Santo Stefano del 2021. “Indagini vergognose, faremo richiesta di opposizione”, grida la mamma Cristina sulla pagina Facebook “Giustizia per Ylenia”, che nelle settimane scorse aveva acceso il caso. 

“Mia figlia era arrivata al pronto soccorso di Arezzo la mattina del 26 dicembre ed era stata classificata come un codice verde ma aveva una grave infezione: è rimasta all’ospedale per 10 ore e quando è stata operata era troppo troppo tardi”: così Ylenia è morta il 27 dicembre dopo che le era stato diagnosticato un megacolon tossico, poi asportato perché in necrosi. Sulla vicenda era stato aperto un fascicolo in Procura dopo la denuncia per responsabilità colposa per morte in ambito sanitario presentata dalla madre, assistita dall’avvocato Luca Bufalini. Fascicolo che dopo un anno e mezzo si avvia verso la chiusura con la Pm Francesca Eva, titolare dell’inchiesta, che ne ha chiesto l’archiviazione.

“Le indagini fatte sono vergognose – dice Cristina Fioretti in un video pubblicato su Facebook – hanno ascoltato soltanto me e il medico di Ylenia per sapere se aveva malattie pregresse che però noi due eravamo gli unici non presenti all’ospedale”. Poi prosegue, “ll medico legale aveva depositato la sua perizia già il 13 gennaio 2023 ma solo dopo un anno è arrivata l’ archiviazione: come mai?”