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Al Teatro Signorelli ecco Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli in «L’anatra all’arancia»

 

Giovedì 18 gennaio nuovo spettacolo della stagione teatrale a Cortona, di scena il classico feuilleton 

Giovedì 18 gennaio, ore 21.15, Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli saranno i protagonisti di «L’anatra all’arancia». Lo spettacolo di William Douglas Home e Marc-Gilbert Sauvajon vedrà sul palco anche Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino e Antonella Piccolo. Al Teatro Signorelli è in arrivo una commedia che afferra immediatamente e trascina il pubblico nel suo vortice di battute sagaci, solo apparentemente casuali, perché tutto è architettato come una partita a scacchi. Ogni mossa dei protagonisti ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia; in una parola all’amore, poiché è di questo che si parla. La trasformazione dei personaggi avviene morbida, grazie a una regia che la modella con cromatismi e movimenti talvolta sinuosi, talvolta repentini, ma sempre nel rispetto di un racconto sofisticato in cui le meschinità dell’animo umano ci servano a sorridere, ma anche a suggerirci il modo di sbarazzarsene. La regia è di Claudio Greg Gregori, le scene di Fabiana Di Marco, costumi di Alessandra Benaduce, disegno luci di Massimo Gresia, per una produzione Compagnia Moliere/Teatro Stabile di Verona.

Lo spettacolo rientra nel turno verde di abbonamenti, i biglietti disponibili sono in vendita online all’indirizzo http://www.teatrosignorelli.it/biglietti.php, su TicketOne o fisicamente alla biglietteria del Teatro Signorelli ogni sabato dalle 9.30 alle 12.30 o dalle 20 alle 21.30 nelle date della stagione teatrale. La stagione del Teatro Signorelli è prodotta da Comune di Cortona, Accademia degli Arditi e Fondazione Toscana Spettacolo con il patrocinio di Ministero della Cultura e Regione Toscana e il sostegno di Banca Popolare di Cortona, Fondazione Nicodemo Settembrini e Unicoop Firenze. Lo spettacolo successivo in programma il 29 gennaio con «Arlecchino muto per spavento».