Proseguono senza sosta le attività di prevenzione e di contrasto ai reati predatori da parte dei Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno. Stavolta è stata la Stazione di Castelnuovo dei Sabbioni a portare a termine, nel volgere di pochi giorni, due diverse attività d’indagine. Gli uomini dell’Arma, infatti, sono riusciti ad identificare l’autore di un danneggiamento di uno sportello bancomat perpetrato, nei giorni scorsi, presso una filiale bancaria locale. Sempre i Carabinieri del piccolo centro valdarnese, inoltre, hanno fatto luce anche su un ennesimo episodio di truffa online, della tipologia dello “SMSISHING”.
Andando con ordine, il primo episodio – relativo ad un danneggiamento aggravato – si è svolto in seguito a quanto accaduto a fine gennaio, allorquando fu denunciato il danneggiamento di uno sportello ATM di una filiale bancaria di Cavriglia. Immediatamente, non appena ricevuta la notizia di reato, i Carabinieri di Castelnuovo dei Sabbioni hanno avviato un’indagine lampo, incentrata sull’escussione del direttore di filiale e degli impiegati, sull’analisi delle testimonianze di chi aveva, nei giorni precedenti, usufruito di quello sportello bancomat, nonché sulla disamina delle immagini dei circuiti di videosorveglianza presenti sulla piazza e nelle vie limitrofe. Il timore era che si fosse trattato di un tentativo di furto, o comunque di un’attività propedeutica ad un’aggressione predatoria. Le indagini, invece, hanno consentito ai Carabinieri di escludere uno scenario così funesto e potenzialmente foriero di allarme sociale. Gli uomini dell’Arma, infatti, nel volgere di pochi giorni sono riusciti a chiudere il cerchio, e a ricostruire quanto accaduto. nessuna rapina in grande stile, nessun tentato colpo del secolo. Infatti i Carabinieri hanno appurato che si era trattato in sostanza di un atto vandalico. Un uomo, sulla trentina, di origini straniere ma da tempo residente in Valdarno, avrebbe trovato un modo singolare di trascorrere la serata. Per cause riconducibili alla propria sfera privata, infatti, aveva decisamente alzato il gomito, bevendo qualche bicchiere di troppo. A quel punto, sostanzialmente ubriaco, si era messo a vagare per il paese, fino ad arrivare in corrispondenza dello sportello ATM bancomat, contro il quale, in stato di alterazione dovuto all’abuso di alcolici, aveva dato sfogo agli istinti peggiori, danneggiandolo gravemente. L’uomo, che ha qualche precedente di polizia alle spalle, non ha del resto dato nessuna spiegazione logica al proprio gesto inconsulto. Una “bravata” che stavolta è costata cara all’autore, deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo, per danneggiamento aggravato.
Il secondo episodio ha visto i Carabinieri castelnuovesi alle prese con un’indagine incentrata sulla manipolazione di servizi di home-banking. In particolare, gli investigatori hanno identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria un vero e proprio professionista dello ”SMSISHING”, parola inglese quasi impronunciabile che definisce un fenomeno criminale ormai dilagante. Si tratta, in sostanza, di una tecnica di frode che costituisce un’evoluzione del fenomeno del “PHISHING”, diffuso già da diversi anni: mentre il primo era incentrato sull’inoltro di e-mail, contenenti il logo di un istituto di credito, con le quali alle ignare vittime veniva richiesto di fornire dati sensibili, oggi il sotterfugio più diffuso è quello di avanzare le medesime richieste fraudolente tramite l’invio di sms, che hanno dimostrato di essere più rapidi e “seducenti” nei confronti delle vittime (un sms, ad esempio, viene più facilmente letto ed aperto anche dalle persone anziane, anche quando sono sole, semplicemente estraendo dalla tasca il proprio cellulare). Le quali – in casi come questo – ricevono in link malevolo e vengono indotte ad aprirlo per collegarsi ai servizi online della banca. In realtà, ciò a cui accedono altro non è che un sito “parallelo”, una sorta di clone dell’istituto bancario, nel quale riversano le proprie informazioni più riservate, consegnandole di fatto ai truffatori seduti dall’altro lato dello schermo. Tale tecnica fraudolenta è stata denominata “SMSISHING”, nome derivante dall’SMS, il “cavallo di Troia” impiegato dai truffatori esperti di questa tecnica per violare le difese della vittima designata. Nel caso in argomento, tutto è iniziato quando la vittima designata – un sessantenne abitante nel paese ai piedi del Chianti aretino – si è accorta che l’app per la gestione del servizio di home-banking, installata sul proprio smartphone, non funzionava più. Dopo pochi minuti dalla constatazione del malfunzionamento, ha ricevuto una telefonata da un soggetto che si è presentato quale operatore del servizio clienti dell’istituto, che, raggirando la vittima con una parlantina convincente, col pretesto di voler risolvere il malfunzionamento tecnico è riuscito a carpirne la fiducia, e a convincerla che di lì a breve avrebbe ricevuto via sms le indicazioni per risolvere il malfunzionamento. In particolare, il probabile malfattore riusciva così a farsi consegnare, tramite l’inoltro di un link malevolo, le credenziali per la gestione del servizio di home-banking, utilizzate, nelle ore successive, per disporre un bonifico in proprio favore di circa quasi 4.000 Euro. Una volta raccolta la denuncia, dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono infine riusciti a risalire all’identità del truffatore – un pregiudicato campano gravato da svariati precedenti specifici per questa modalità di truffa – che è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.