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Tattica e cuore, lo stratega del calcio, intervista a Luigi Nocentini

Luigi, il tuo lavoro è il sogno nel cassetto di tanti ragazzi, com’è nata la tua passione?

Ho fatto diversi sport da ragazzo ma il calcio è sempre stato al primo posto, dalle estati passate a giocare in cortile come tanti ragazzi della mia età alle varie esperienze come giocatore dilettantistico nelle squadre della zona, tra Spoiano, Montepulciano e Terontola; ma senza mai raggiungere alti livelli, purtroppo la natura non mi ha dato doti fisiche importanti!

Ecco, ma esattamente di cosa ti occupi?

In uno staff tecnico, oltre all’allenatore e al vice allenatore, ci sono i preparatori atletici e i collaboratori tecnici come me. Ad esempio, io mi occupo di tattica, della progettazione della partita con questa e quest’altra squadra, di come si affronterà il match sia nella fase senza palla, nella difensiva, che nella parte offensiva. In alcuni casi, il collaboratore tecnico svolge anche la figura di match analyst che a livello video e informatico studia gli avversari, creando delle piccole clip individuali per studiare i singoli giocatori che si vuole prendere in considerazione. 

Quando hai deciso di appendere le scarpe al chiodo ma comunque di fare del calcio il tuo lavoro?

Giocavo alla Poliziana a Montepulciano in prima categoria ed era già un anno in cui avevo contatti con il vice allenatore, Francesca Calzona, e il preparatore, Francesco Sinatti, dell’Empoli di Sarri, ma erano perlopiù perché volevo crescere io piuttosto che per un effettivo loro bisogno. Poi mi è stato proposto di entrare nello staff l’anno successivo, nella stagione 2016-2017, e allora ho scelto di lasciare il mio lavoro e la mia città per coronare il mio sogno. Direi che ne è valsa la pena. 

Prima Sarri e adesso Shevchenko, da una parte un allenatore che si è fatto da sé con la gavetta partendo dal basso e dall’altro un pallone d’oro. Com’è stato lavorare con questi due giganti?

Con mister Sarri è stata la mia prima esperienza, direi la mia università. Ho iniziato a seguirlo dall’esterno quando allenava l’Empoli in serie B e sono rimasto soprattutto colpito dalla sua cura meticolosa dei dettagli. Grazie a questa esperienza ho potuto fare un grande salto anche grazie al contatto con uno staff di primo livello che mi ha insegnato tutto quello che oggi sto sfruttando. Per quanto riguarda Mister Shevchenko, sono rimasto piacevolmente colpito dalla sua umanità: sin dal primo giorno sono rimasto colpito dalla sua umiltà unica e dal grandissimo rispetto per le persone al suo fianco.

I momenti più belli che ti ha regalato questo sport?

Sicuramente entrare al Santiago Bernabeu per la partita Real Madrid Napoli non è una cosa da tutti i giorni, ma forse il momento più bello è stata la vittoria a Torino con il gol di Coulibaly: lì eravamo ad un passo dalla vittoria dello scudetto e quando siamo tornati a Napoli vedere l’aeroporto circondato dai nostri tifosi in festa è stato davvero emozionante. E veniamo a quest’estate, quando sono stato arruolato tra le file dello staff dell’Ucraina in vista degli Europei, la vittoria ai quarti con la Svezia è stata indimenticabile. Ma speriamo ci siano tanti altri momenti!

Come si svolge la tua settimana tipo?

Una settimana tutta al lavoro potrei dire, dalle 9 che arrivo al campo fino alle 19 che esco sono in ufficio, seppur intervallato da uno o più allenamenti a seconda delle giornate. Il fine settimana ovviamente c’è la partita per cui non ci si può riposare. Paradossalmente quando ero in fabbrica il venerdì alle 17 staccavo fino al lunedì, qui c’è una pressione molto più intensa e costante- con tutto il rispetto per chi lavora in fabbrica come ho fatto io, ovviamente – che esige che ogni dettaglio venga analizzato al meglio. 

La tua ambizione?

Crescere professionalmente ma rimanendo sempre il Luigi di sempre, con i piedi per terra che sa da dove viene, ovvero da Cortona, dove ancora ho le mie amicizie e la mia idea di casa. Non voglio assolutamente perdere il mio legame. Un domani vorrei diventare Primo Allenatore, c’è un percorso lungo da fare ma penso che la strada che ho imboccato sia quella giusta. 

Luca Amodio