33 anni. Tanti ne erano passati dall’ultimo giorno di lavoro in pronto soccorso. Domenica pomeriggio Marco De Prizio, Direttore dell’Area dipartimentale chirurgica della Asl Tse, è tornato a fare un turno nei codici minori del pronto soccorso dell’ospedale San Donato. Inizio alle ore 14. “I miei primi pazienti? Una donna con trauma ad una gamba e un’altra con dolori addominali”. Altri fino alle 20. Donne e uomini con problemi molto diversi e, fortunatamente assai meno gravi, di quelli che De Prizio incontra ogni giorno in sala operatoria.
“Ma domenica pomeriggio sono stato qui perché sono convinto che nessuno si possa tirare indietro – sottolinea il Direttore di chirurgia. Il pronto soccorso è un servizio essenziale, la “porta d’ingresso” dell’ospedale dove le persone arrivano spesso spaventate e con l’angoscia di non sapere ancora quale sia il loro problema. Sanno solo che non stanno bene.
Tutti i medici del San Donato, senza eccezione alcuna e senza invocare presunti diritti o equipollenze, hanno il dovere di dare una mano in questa difficile fase del pronto soccorso, caratterizzata dalla carenza di medici. Sottolineo tutti perché se nessuno si tira indietro, il contribuito di ciascuno è perfettamente accettabile”. I medici dei vari reparti sono infatti impegnati nei codici minori. Attualmente sono circa una cinquantina e sostengono i loro colleghi nei turni del giorno, cioè dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20. Sette giorni su sette. Vengono organizzati turni nei vari reparti: chirurgie generali di Arezzo, Sansepolcro e Bibbiena; medicina interna e geriatria; gastroenterologia; pneumologia; cardiologia e neurologia.
“L’organico del pronto soccorso – ricorda Barbara innocenti, Direttrice del San Donato – è attualmente composto da 9 medici strutturati e assegnati stabilmente a questo servizio ai quali si aggiungono medici convenzionati del 118, il cui totale orario è equivalente ad altri 7 medici. A questi si sommano adesso i medici in turno di altri reparti ospedalieri. La soluzione strategica è di portare a compimento il concorso in atto e che è alla fase delle prove orali. Al termine dovremmo essere in grado di assumere nuovi medici di emergenza e urgenza. Nel frattempo e il nostro auspicio è fino all’autunno, abbiamo fatto la scelta della turnazione dei reparti e all’interno di essi. Un meccanismo che consenta il pieno funzionamento del pronto soccorso senza rallentare le attività negli altri reparti”.
Per alcuni medici, il ritorno al pronto soccorso è anche una sorta di viaggio indietro nel tempo. “Una volta tutti i chirurghi iniziavano qui la loro esperienza professionale – ricorda De Prizio. E domenica ho ritrovato un collega di quegli anni, Roberto Nasi, che aveva fatto la scelta dell’emergenza urgenza. E ho trovato un reparto ben organizzato, professionale e motivato”.
A dirigerlo c’è Giovanni Iannelli: “la carenza di organici è ormai pesante. Gli accessi sono circa 170 al giorno: non siamo ancora ai 200 del periodo pre Covid ma abbiamo superato la media più recente. La presenza dei colleghi di altri reparti è utilissima e ci consente – per così dire – di tirare il fiato. Senza di loro non saremmo in grado di coprire tutti i turni. Ovviamente questa è una soluzione transitoria per i prossimi mesi. L’obiettivo è tornare a coprire pienamente la pianta organica”. La soluzione è nel concorso che è in fase conclusiva. “Ci aspettiamo un forte contributo ma siamo anche consapevoli – sottolinea Iannelli – che a fronte di 135 posti in Toscana, si sono presentati 79 candidati. Contiamo, quindi, di avere alcune unità alle quali potranno sommarsi le assunzione di neolaureati annunciati dalla Regione Toscana”.