Ѐ un settore che ha risentito pesantemente dell’emergenza sanitaria, i cui riflessi stanno avendo conseguenze notevoli sull’intera economia cortonese. Per il turismo, con tutto l’indotto che esso muove, l’emergenza Covid 19 ha comportato non solo un danno economico nell’immediato, ma il rischio di una corsa contro il tempo per capire in quale modo il comparto potrà risollevarsi. Il coronavirus si è abbattuto sulla città cortonese bloccando qualsiasi tipo di attività: alberghi, bed & breakfast, ristoranti, agriturismi, musei, manifestazioni, eventi con un effetto senza precedenti.
«Quest’anno – afferma il sindaco Luciano Meoni – per la prima volta già da febbraio, Cortona aveva il tutto prenotato. Le strutture ricettive avevano ricevuto una lunga serie di adesioni dall’Italia e dall’estero e le prospettive stagionali sarebbero state su livelli di eccellenza. Poi l’arrivo della pandemia e il diffondersi del contagio, in ambito nazionale e internazionale, hanno interrotto tutto. Come se non bastasse – prosegue il sindaco – la fase due del settore turistico è ancora incerta perché poco chiare sono le regole che saranno imposte prima della riapertura delle strutture».
«Per quanto ci riguarda – tiene a precisare Meoni – cercheremo di fare la nostra parte cercando di sostenere tutte le aziende, in base alle disponibilità offerte dal bilancio comunale e con altre agevolazioni. Abbiamo intenzione, per esempio, e mi piace ricordalo, di incrementare il numero dei metri quadrati di suolo pubblico, senza altri costi, in favore di quegli esercizi che lavorano con i tavolini esterni al locale. Siamo consapevoli che la situazione è molto impegnativa ma, con il contributo di tutti gli operatori, riusciremo a superarla»
Il sindaco Luciano Meoni e l’assessore alla cultura Francesco Attesti si stanno impegnando, già adesso, nella promozione di Cortona su tutto il territorio italiano. Da una prima analisi, infatti, è emerso che il turismo capace di sostenere quest’anno la città etrusca sia in prevalenza nazionale, alla luce della situazione che l’emergenza sanitaria ha determinato negli scambi con i paesi stranieri.