Fuori programma durante la conferenza stampa della Notte Jazz a Cortona, l’assessore alla Cultura Francesco Attesti e il sindaco Luciano Meoni hanno annunciato il ritrovamento di quello che sembrerebbe, per dimensioni e vastità, uno dei più grandi “giacimenti” archeologici d’Europa. Ci sarebbe anche un mammut (come il nome dell’associazione che organizza la serata Jazz del 10 agosto, da cuiAttesti ha tratto spunto) fra i resti dei cinque animali ritrovati, oltre a questo ci sarebbero anche quelli di un grande bovino, il padre della Chianina, ma ora sarà la soprintendenza archeologica a fare chiarezza su quanto rinvenuto.
Secondo quanto trapela, l’area in questione sarebbe di proprietà privata e si troverebbe nel territorio cortonese della Valdichiana, ma il Comune smentisce che si tratti di Farneta o della zona di Fratta Santa Caterina, la località resta top secret.
A portare alla luce i resti, che si trovano in un’area di circa un ettaro, sarebbe stata l’erosione dovuta alla recente ondata di maltempo. A fare la scoperta ha contribuito Emanuele Bernardini, conosciuto falconiere cortonese. A Farneta anni fa erano stati rinvenuti i resti un mammut risalente allo stesso periodo, circa 2 milioni di anni fa, dei resti che di ultima scoperta. Nel museo di Don Sante che si trova a fianco dell’abbazia è possibile visitare questi reperti.
Secondo quanto riportato dal sindaco Meoni e dall’assessore Attesti, la soprintendenza archeologica incaricherà l’Università degli studi di Firenze di eseguire lo scavo, probabile la partecipazione al progetto anche da parte di un primario ente di ricerca europeo.
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