Quinto di sette fratelli (da cui il nome), Quintilio Bruschi nacque in una famiglia contadina di Cortona il 2 marzo 1912. Trascorse lโintera vita nel cuore della Valdichiana: prima a Cortona, poi ad Acquaviva di Montepulciano, dove morรฌ novantenne nel 2002.
Lasciรฒ Cortona allโinizio degli anni Trenta, per recarsi al Forte Santa Caterina di Verona, dove fu artigliere e responsabile di un deposito di armamenti. Durante la guerra combattรฉ in Libia, dove fu ferito gravemente al parietale e fu costretto a rimpatriare. Aveva sposato nel 1937 Mafalda Crocini. La coppia non ebbe figli, e potรฉ vivere della pensione dโinvaliditร di Quintilio.
Bruschi iniziรฒ a scolpire e a disegnare nel 1970, allโetร di cinquantotto anni. Prima di allora non aveva mai lavorato il legno, eppure una mattina decise di procurarsi scalpello e mazzuolo e cominciรฒ a lavorare il primo pezzo di legno che gli era capitato sottomano, finchรฉ non riuscรฌ a creare una figura intera che avrebbe donato in seguito a papa Paolo VI.
Grazie alla scultura, Bruschi riuscรฌ a liberarsi delle proprie angosce, rielaborandole e trasformando la realtร in un mondo immaginario. Lโarte gli permise di superare una profonda crisi depressiva che molto probabilmente risaliva alla ferita subita in guerra.
Bruschi realizzรฒ imponenti sculture in rovere, noce, ciliegio, ma utilizzรฒ anche vecchi copertoni di automobili, ritagli di latta e cartone.
Tra i suoi soggetti piรน frequenti, gli autoritratti e le raffigurazioni di donne e uomini da lui definiti ยซdelle prime epocheยป. Queste figure hanno un carattere sacrale e allargano le braccia, esprimendo stupore e una riverenza ipnotica e quasi magica. Le sue figure femminili โ busti e madonne a seno nudo circondate da animali senza nome โ denotano una prorompente sensualitร .
Le sue opere richiamano le tradizioni artistiche di popoli esotici, come i totem delle tribรน indiane, lโarte precolombiana e le raffigurazioni scultoree dellโisola di Pasqua.
Nei suoi lavori si osserva una profonda commistione tra gli esseri viventi del presente e del passato, aspetto evidente giร dalle colte citazioni che si nascondono nei titoli: โLa carbonaia dellโ800 che va sul monte a fare calorie per la famigliaโ, โIl Duca DโAostaโ, โLa Nonnaโ, โInfanziaโ, โIl Faraoneโ, โVecchia Indiaโ, โMinerva che nasce dalla testa di Gioveโ.
Ciรฒ che sorprende รจ che Bruschi, autentico autodidatta, non ha mai avuto influenze tecniche e culturali: la sua รจ una creativitร spontanea e singolare, che consente di inquadrarlo nellโambito dellโarte naรฏf, istintiva e priva di una vera tradizione. Come ha scritto lo storico dellโarte Oto Bihalji-Merin, ยซcome i bambini e i primitivi, i naรฏf non dipingono nรฉ scolpiscono ciรฒ che vedono, ma ciรฒ che sanno o credonoยป.
In vita, Bruschi ottenne encomi, articoli, recensioni, buoni giudizi da parte dei critici e apparizioni televisive. Potรฉ mettere in mostra la propria arte in cittร come Torino, Bolzano, Bari e Palermo.
Le sue opere furono esposte per lโultima volta nel 1997 presso la mostra Arte Necessaria ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo. Alessandra Ottieri, curatrice dellโiniziativa, definรฌ il Bruschi un outsider, accomunandolo ad altri undici artisti in grado di creare unโarte profondamente espressiva e di valore, pur essendo completamente autodidatti, di umili origini, in certi casi con problematiche psicologiche e senza nessun rapporto con lโambiente dellโarte ufficiale.