Blitz all’alba: arrestati membri di una banda specializzata in furti nel settore orafo
All’alba di ieri, le forze dell’ordine hanno eseguito un’operazione che ha portato all’arresto di undici persone ritenute coinvolte nel furto all’Italiana Horo di Badia Al Pino. Per loro sono scattate le misure cautelari di custodia in carcere richieste dal Pm Laura Taddei e disposte dal GIP Giulia Soldini
Il colpo alla ditta ditta era avvenuto il 28 giugno. La ditta venne presa di mira dai malviventi che utilizzarono uno spray urticante contro il proprietario, un uomo di 80 anni, e un dipendente portando via una refurtiva pari a 600 mila euro. Dalle indagini è emerso che proprio il dipende, un uomo di origini rumene residente ad Arezzo avrebbe orchestrato l’operazione, per questo anche per lui sono scattate le manette.
L’operazione venne eseguita la mattina del 28 giugno mentre il proprietario e il dipendente caricavano la merce sulla macchina. La refurtiva non è mai stata ritrovata tuttavia le forze dell’ordine avrebbero ritrovato dei preziosi fusi che fanno pensare a parte del bottino.
Le indagini hanno rivelato un’organizzazione ben strutturata, con la partecipazione sia di italiani, in particolare di origine partenopea, sia di stranieri.
Così riporta il comunicato stampa del Comando dei Carabinieri:
“II sodalizio criminale, con base logistica ad Arezzo, era specializzato in rapine ai danni di aziende e gioiellerie del settore orafo: un 53enne campano, l’organizzatore e stratega delle rapine, esperto nella pianificazione e gestione operativa dei colpi; un 5lenne della provincia di Caserta ma da anni residente ad Arezzo, colui che forniva il supporto logistico, metteva a disposizione il proprio capannone per nascondere e modificare i mezzi da utilizzare per le rapine; gli esecutori materiali delle rapine, un 52enne ed un 28enne di origine partenopee; un 65enne aretino, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, suggeriva gli obiettivi e ne studiava i punti deboli; un 54enne aretino il basista (ex orafo) che forniva le informazioni utili per i colpi da eseguire e anello di congiunzione per la successiva collocazione dei proventi delle rapine, poiché in grado di piazzare sul mercato il metallo di provenienza delittuosa.
Gli altri odierni indagati sono stati raggiunti dal provvedimento cautelare perché ritenuti responsabili di alcuni reati fine dell’associazione e comunque delitti connessi. L’organizzazione si distingueva per la meticolosità delle pianificazioni, la spregiudicatezza nelle azioni criminali e l’indifferenza per le conseguenze sulle vittime, anche ultrasessantacinquenni.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Arezzo concordando con la richiesta della Procura, ha infatti evidenziato la pericolosità degli indagati e il rischio di reiterazione dei reati, disponendo I’applicazione di ll misure cautelari.”
Da quanto emerso dalle indagini sembra che la banda sia anche responsabile dell’organizzazione e realizzazione della tentata rapina ai danni della gioielleria Grotti di Arezzo.