Dopo i casi segnalati di peste suina africana in Piemonte e Liguria, il mondo degli allevamenti è in allerta per prevenire il diffondersi di questa malattia. Il virus della Psa, pur non essendo contagioso negli umani, costituisce un problema per le categorie produttive.
Il Comune, attraverso i propri canali, sta avviando un processo di informazione sulle principali regole da seguire per gli allevatori, i cacciatori, i veterinari e i viaggiatori, oltre che per la gestione dei rifiuti.
Come riportato dal bollettino della Regione Toscana, la peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suidi (suini e cinghiali), solitamente letale in pochi giorni. Questa malattia pur non colpendo l’uomo, ha gravi ripercussioni socio-economiche nei Paesi in cui è diffusa, decimando rapidamente le popolazioni dei cinghiali e dei suini allevati e precludendo le esportazioni di carni suine e prodotti a base di carne dai territori colpiti. Essendo una malattia di difficile contenimento/eradicazione (non esistono vaccini né cure) la PSA diffonde principalmente attraverso movimentazioni, contatti con popolazioni di cinghiali infetti e con carni o prodotti a base di carne di animali infetti (compresi prosciutti e insaccati ancorché stagionati).
La Regione, su indicazioni del Ministero della Salute, raccomanda il controllo delle movimentazioni di suidi; di mettere in atto tutte le misure possibili ad evitare che la popolazione di cinghiali possa venire a contatto e nutrirsi con rifiuti potenzialmente infetti, ovvero con carni e prodotti a base di carne di suidi infetti; di mettere in atto tutte le misure possibili ad evitare che i suini di allevamento con la popolazione di cinghiali selvatici e un sollecito riscontro diagnostico per suini con sintomatologia sospetta o morti.
Il Comune in collaborazione con la Asl attuerà protocolli volti ad incentivare i controlli delle movimentazioni suine anche su strada; la svuotatura dei cestini e dei cassonetti nelle aree verdi e/o parchi dove spesso vengono effettuati pic nic, nelle piazzole stradali/autostradali dove i viaggiatori possano fermarsi a consumare pasti ed incrementare il ritiro dei rifiuti, soprattutto nelle aree periferiche o dove sia stata segnalata la presenza di cinghiali.
Resta ferma la necessità di una corretta gestione dei rifiuti urbani con particolare riferimento alla frazione organica che non dovrebbe mai poter entrare in contatto con le popolazioni di selvatici; la rimozione di ogni carcassa di cinghiale rinvenuta sul territorio. Le carcasse di cinghiali dovranno essere testate per peste suina africana (PSA) prima di essere adeguatamente smaltite. In questa fase occorre detenere per quanto possibile i suini in luoghi chiusi o comunque dove sia precluso il contatto con selvatici; macellare i suini familiari quanto prima.
«Fondamentale sarà il confronto tra i vari enti locali, regionali e nazionali per prevenire il diffondersi della malattia PSA e mettere in campo tutte le necessarie azioni di aiuto e tutela alle attività produttive coinvolte», dichiara l’assessore all’Agricoltura Paolo Rossi.
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