fbpx

Covid19, quali i numeri che contano? Dopo due anni di pandemia finalmente un po’ di luce all’orizzonte

Il Re (dei numeri) è nudo, dopo due anni di conta quotidiana dei nuovi positivi abbiamo finalmente certificato che si è trattato di un’operazione parziale e solo indicativa dell’evoluzione pandemica. Da quando il tampone è diventato un bene primario ecco che saltano fuori un sacco di positivi (spesso asintomatici) ed ecco che la Regione ha dovuto emanare l’ordinanza che ha promosso il test antigienico quale riscontro ufficiale.

Da fine dicembre basta andare in farmacia, anziché attendere un tampone molecolare, e sottoporsi al test rapido. Da quando è stata introdotta questa novità il numero dei «nuovi positivi» è quadruplicato da un giorno all’altro (da 300 a quasi 1500) e non a causa della maggiore contagiosità del virus, ma perché stavamo contando in maniera approssimativa l’evoluzione pandemica. In quei giorni la Asl non è riuscita a pubblicare i propri report quotidiani ed ha lasciato le cronache locali ai dati della Regione (che poi sono quelli «ufficiali, cioè quelli che vengono inviati alla Protezione civile nazionale).

La sorpresa è arrivata il primo giorno dell’anno quando la Asl ha rivoluzionato il proprio report ed ha messo in secondo piano il numero di nuovi contagiati, promuovendo in testa fra le informazioni più importanti il numero di posti letto occupati dai malati Covid19.

Siamo (finalmente) alla rivoluzione copernicana dell’analisi dei dati della pandemia, non più la classifica dei contagi comune per comune, ma una breve scheda con pazienti ricoverati in area Covid e quelli in Terapia intensiva. Inoltre, la Asl ha cominciato ad indicare qual è la percentuale di non vaccinati presente. A inizio gennaio i tre ricoverati in TI erano tutti senza vaccino, mentre nell’area Covid la situazione riguarda per l’80% dei casi i non vaccinati.

Insomma, i contagiati non sono tutti uguali: 5 positivi non vaccinati costituiscono un problema superiore di 50 positivi vaccinati. Per due anni quella dei numeri è stata una battaglia quotidiana, a metà mattina escono i dati della Regione, nel pomeriggio ecco quelli della Asl, i primi aggiornati alla mezzanotte, gli altri alle 14. L’effetto è quello che in un giorno ci sono due informazioni diverse, la conseguenza per una bega come quella del Covid19, è di ingenerare confusione nelle persone che meriterebbero informazioni univoche, almeno sui numeri.

Noi di Sr71 da 22 mesi a questa parte abbiamo deciso di non pubblicare i dati regionali e di offrire solo quelli della Asl. Perché? Per la semplice ragione che il dato della Azienda sanitaria è quello più vicino a noi: riteniamo che sia meglio pubblicare alle 17 un’informazione aggiornata alle 14, rispetto a pubblicare alle 11 un dato che risale alla mezzanotte precedente.

Con la quarta ondata, con i vaccini e con la variante Omicron, è ancora più importante osservare la situazione degli ospedali, senza trascurare il numero dei positivi giornalieri. Mentre andiamo in stampa ce ne sono 30, un anno fa erano 60 e venivamo da un lockdown natalizio. La situazione è nettamente migliore, inoltre le notizie che arrivano dal Sud Africa, luogo dove è stata rilevata la nuova variante del Sars Cov2, ci dicono che la «curva Omicron» sale veloce e scende altrettanto veloce. 

Insomma, è legittimo pensare ad un cambio di registro nella diffusione delle informazioni nell’anno nuovo. Noi di Sr71 lo faremo seguendo il principio della rilevanza delle notizie e non perché siamo stanchi della pandemia, ma perché ora ci sono armi efficaci per prevenire la malattia e per curarla. Un anno fa non restava altro che chiudersi in casa, adesso grazie ai vaccini possiamo mettere legittimamente in secondo ordine la classifica quotidiana dei nuovi contagiati.

Massimo Pucci