Parallelamente al continuo aggiornarsi della disciplina sulla normativa COVID, proseguono i servizi dei Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno mirati alla verifica della puntuale applicazione delle prescrizioni emanate per arginare la pandemia. Ormai da tempo sono quotidiani i controlli sui Green Pass, soprattutto presso gli esercizi pubblici, e sul rispetto dell’obbligo di indossare le mascherine e di mantenere il distanziamento sociale.
Negli ultimi giorni, però, erano giunte presso la Centrale Operativa della Compagnia svariate segnalazioni, non sempre precise, che parlavano di un soggetto che, vestito come un operatore sanitario, si appostava in varie località del Valdarno Aretino, a bordo strada, fermando i passanti e proponendo la possibilità di effettuare dei tamponi antigenici rapidi a pagamento. Prezzo richiesto: 15 Euro a tampone. Dalle generiche segnalazioni ricevute era evidente come l’allarme sociale ingeneratosi nei cittadini fosse più che altro dettato dalla preoccupazione che i tamponi potessero essere in qualche modo artefatti, dunque potenzialmente non sicuri e comunque, dall’insolita modalità di somministrazione dello specifico servizio sanitario. Data la delicatezza della vicenda, potenzialmente legata ad evidenti criticità di salute pubblica, immediatamente la conduzione dell’indagine è stata assunta dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di San Giovanni Valdarno. La nota di rintraccio è stata diramata ha tutte le pattuglie in abiti civili e con i colori d’istituto. Le prime ricerche, però, hanno dato esito infruttuoso, dato che, al momento del sopraggiungere degli uomini dell’Arma sul luogo ove era stata segnalata la presenza dell’uomo, questi si era già volatilizzato. Le segnalazioni, però, sono continuate, e, di pari passo, è proseguita l’attività di ricerca da parte dei Carabinieri, che, infine, hanno individuato nel pomeriggio di ieri un soggetto corrispondente alla descrizione diffusa nelle ore precedenti. L’uomo ha sin da subito rivendicato la correttezza del proprio operato, asserendo che aveva tutte le autorizzazioni del caso e che non vi era nulla di irregolare in quello che stava facendo. Gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri, però, hanno ricostruito compiutamente i fatti, scoprendo che in realtà le cose non stavano proprio così. L’uomo, che è in pensione, infatti, aveva sì un trascorso quale esercente una professione sanitaria ed è risultato assunto presso uno studio medico, regolarmente accreditato presso la Regione Toscana per l’effettuazione dei tamponi COVID. Tuttavia, tale accreditamento permette al personale dello studio di eseguire i tamponi presso i rispettivi ambulatori, o a domicilio, ma non certo sulla pubblica via, in evidente violazione di qualsiasi norma igienico sanitaria. Conseguentemente, all’uomo è stata contestata la violazione dell’art.193 del Testo Unico sulle Leggi Sanitarie, ossia, nello specifico, di aver aperto e tenuto in esercizio un gabinetto ambulante di analisi per il pubblico a scopo di accertamento diagnostico, somministrando tamponi antigenici rapidi sulla pubblica via. In almeno tre occasioni, infatti, è stato accertato che l’uomo aveva effettuato i tamponi a dei ragazzi appena usciti dall’allenamento di calcio, nei pressi dello stadio di San Giovanni Valdarno. Ulteriori accertamenti sono in corso, nell’intento di ricostruire la dinamica delle decine e decine di tamponi effettuate nelle ultime settimane. Nel frattempo, il materiale sanitario nella disponibilità dell’uomo – decine e decine di kit tampone fai-da-te – è stato sottoposto a sequestro preventivo, per impedire che il reato venga portato ad ulteriori conseguenze. L’uomo è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.
I Carabinieri ricordano che nelle farmacie è possibile acquistare gli stessi tamponi antigenici rapidi fai-da-te, ad un costo per altro sensibilmente inferiore. Inoltre, vengono diffuse alcune immagini, al solo scopo di rendere tutti consapevoli dell’inopportunità e del possibile pericolo per la salute a sottoporsi a tali accertamenti in condizioni che non garantiscono la sussistenza delle più idonee condizioni igienico sanitarie.