Valdarno, carabinieri a caccia di truffatori. Bluff su attrezzature e integratori

I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno hanno inferto un ennesimo colpo a quella che è ormai diventata una piaga dei tempi moderni, il fenomeno delle truffe agli ignari cittadini. Si tratta dell’ennesima operazione antifrode dei Carabinieri valdarnesi, in un momento storico in cui, parallelamente alla crescita dei volumi di acquisto sul web, in tutta Italia si sono esponenzialmente moltiplicate le truffe consumate attraverso il world wide web.
Da queste nuove vicende – in cui, fortunatamente, i rei sono stati identificati e denunciati da i Carabinieri alla Procura della Repubblica di Arezzo – emerge ancora una volta la necessità che i cittadini valutino con attenzione tutte quelle situazioni in cui si trovano di fronte ad offerte troppo convenienti.
In entrambi i casi, da parte degli investigatori è stato infatti evidenziato il medesimo modus operandi, ormai tristemente “ricorrente” nelle indagini incentrate su questo genere di delitti: la pubblicazione di un inserto su una piattaforma digitale di vendite online, proponendo in vendita un oggetto particolarmente ambito, a un prezzo particolarmente vantaggioso. Una volta ricevuta la manifestazione d’interesse, al malcapitato di turno viene richiesto un pagamento anticipato, salvo poi trovarsi di fronte alla brutta sorpresa: la merce non verrà mai consegnata, oppure non sarà corrispondente a quanto riportato nell’inserzione.
Nel primo episodio, che ha visto l’impegno dei Carabinieri di Montevarchi, tutto è iniziato quando la vittima designata – un atleta di sollevamento pesi residente nel popoloso centro valdarnese – effettuando delle ricerche su una app dedicata ad integratori alimentari e prodotti energetici, si è imbattuto in un’offerta di vendita di alcune compresse di integratori di elevata qualità, nonché di difficile reperibilità. Oltretutto, proposti in vendita ad un prezzo estremamente interessante. Come spesso accade in questi casi, però, una volta effettuato il bonifico – per una somma di quasi 200 € – la merce desiderata non è mai giunta presso l’indirizzo del malcapitato acquirente. Al quale, resosi conto del raggiro, non è restato che rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Montevarchi, i quali, partendo dalle informazioni fornite dalla vittima in sede di denuncia, sono riusciti a ricostruire il circuito truffaldino. Dopo una serie di accurati accertamenti elettronici e bancari, infatti, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri sono riusciti a risalire all’identità del truffatore, un anziano incensurato, che, evidentemente, aveva cercato il modo – illecito – di arrotondare la pensione, atteso che aveva messo su un vero e proprio mercato truffaldino di prodotti integratori, in realtà inesistenti. L’uomo è stato deferito per truffa in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.
Del tutto analoga la seconda indagine, condotta sempre dalla Stazione Carabinieri di Montevarchi, che in questo caso hanno deferito alla Procura della Repubblica di Arezzo ben 4 persone, tutte residenti in nord-Italia e gravati da precedenti specifici per truffa. Anche stavolta è emersa, una volta di più, la versatilità dei malfattori, dotati del know-how necessario per allestire annunci attraenti praticamente in ogni settore merceologico possibile immaginabile, riuscendo così a raggiungere la più vasta platea di possibili acquirenti, tutte potenziali vittime dell’inganno. In questo caso, i deferiti avevano infatti attirato l’attenzione di un falegname di Montevarchi, indotto ad acquistare dell’attrezzatura di falegnameria fine pubblicizzata su un sito online specializzato. Anche in questo caso, però, purtroppo, una volta effettuato il bonifico, per una somma di circa 600 €, la merce desiderata non è mai giunta a destinazione. Anche in questo caso, però, i Carabinieri di Montevarchi, analizzando i movimenti bancari e le utenze telefoniche utilizzate dai malfattori per raggirare il malcapitato acquirente, sono riusciti ad identificare i rei ed a deferirli in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Arezzo.