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Seppur eclissati per manifesta inferiorità numerica «da quelli del calcio», gli amanti della palla a spicchi rappresentano una curiosa minoranza nel panorama italiano. Devianti – perché no? – alla fine costoro hanno rifiutato di prendere a calci un pallone per dedicarsi a quello che, con evidente boria, è ancora detto uno sport di serie B: la pallacanestro. 

Perennemente messi in secondo piano dunque, ma con una passione che straborda, non senza un po’ di «revanchismo», gli amanti del basket spesso si sono dovuti arrangiare, pur di giocare, a soluzioni di ripiego: campetti scivolosi, canestri precari, illuminazione che non funziona e tante altre sventure ancora. Mutuando quindi l’esperienza dei playground americani, anche nello stivale sono andati a germogliare campetti qua e là per accogliere la voglia di fare due tiri a canestro

Voilà, ecco lo «street basket», che si gioca in primavera e in estate ma anche in inverno e autunno se si tira fuori una calzamaglia a ornare le canottiere tamarre che offendono il decoro urbano. In due, in quattro, in sei, in otto, il numero di giocatori è inversamente proporzionale alla voglia di giocare. Le squadre le fanno i capitani, i più forti, che scelgono a fasi alterne i membri del loro team: per ultimi, i più scarsi. 

Si tira da tre per la palla, la partita si vince al 21 con la regola del «chi vince regna». Il match è goliardico e scherzoso ma competitivo: la tensione e l’agonismo raggiungono picchi stile Playoff Nba quando la sfida si ferma al 20 pari. Allora si fa come a Wimbledon e si va ai vantaggi. E fare notte un attimo. 

Insomma, al campetto, si scontrano uomini e donne, «boomers» e «millennials», professionisti e i rimediati dell’ultimo momento dopo la «sòla» del decimo, forestieri e autoctoni. 

Il basket di strada se ne infischia di tutto, è un’aggregazione trasversale di individui che non vogliono altro che giocare. E anche, a fine match, stappare una sciocchezza tutti insieme. 

Dagli sport meno borghesi c’è tanto da imparare. 

Luca Amodio

foto di Giulia Barneschi