Ndrangheta e rifiuti industriali, l’indagine che scuote la politica toscana dopo i sei arresti di ieri

La Direzione distrettuale antimafia di Firenze ha chiuso le indagini su una vicenda relativa a reati ambientali, legati allo smaltimento di rifiuti che derivano dalle concerie toscane. Si tratta di un’inchiesta che ipotizza un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati ambientali – traffico illecito di rifiuti e inquinamento – che ha portato all’arresto di sei persone (19 gli indagati) dopo indagini dei Carabinieri Forestali, del Noe e della sezione di Pg dell’Arma presso la procura di Firenze, con il procuratore capo Antonio Creazzo (foto). Il tutto deriva da un’operazione anti droga avvenuta alcuni anni fa con baricentro nel porto di Livorno, le manette scattano pochi giorni dopo gli incendi che hanno colpito alcuni capannoni industriali di Levane, nel comune di Bucine e mentre alla Regione Toscana si discute del progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota, in Valdarno.

Perché c’entra il Valdarno aretino? E’ a Bucine che opera la Lerose srl, società titolare di un impianto di riciclaggio di inerti e qui vivono alcune delle persone indagate fra cui un elemento di spicco della ndrangheta calabrese, ma non ci sono solo 6 arresti. Infatti fra i 26 indagati c’è il capo di Gabinetto della Regione Toscana, Ledo Gori, il consigliere regionale Andrea Pieroni (entrambi per corruzione) e del responsabile del settore energia della Regione Edo Bernini (abuso d’ufficio). Indagini anche su Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno (Pi). La storia lambisce anche un ente pubblico aretino, il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno. Secondo quanto riportano i Ros dei carabinieri, si parla di «legami di comodo» con questo ente per l’assegnazione di lavori diretti, su cui sono in corso «approfondimenti investigativi».

Nell’ambito delle indagini ieri mattina sono finiti agli arresti domiciliari Alessandro Francioni, presidente dell’associazione Conciatori e membro del cda di Aquarno, una società pisana che si occupa di smaltimento dei rifiuti, il direttore dell’associazione conciatori Aldo Gliozzi, il suo predecessore Piero Maccanti, Manuel Lerose, dipendente della Lerose srl e gestore di un impianto di riciclaggio inerti a Bucine (Arezzo) e Annamaria Faragò, che secondo la Dda è a capo della gestione amministrativa di tutte le aziende facenti capo all’imprenditore Francesco Lerose, finito in carcere.

Perquisizioni dei carabinieri ci sono state ieri mattina negli uffici della Regione Toscana.