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All’indomani della Grande guerra, il profumo della Rivoluzione bolscevica arrivò imperterrito anche a Foiano della Chiana che sposò prima la causa socialista, poi quella comunista. Proprio nel piccolo comune della Valdichiana, poco più di un anno prima della Marcia su Roma, si consumò quella che è passata alla storia come la strage di Renzino. Siamo infatti nell’aprile del ‘21 quando i fasci di combattimento minacciano la giunta foianese di dimettersi: questa rifiuterà salvo poi – dopo le violente contromisure fasciste, dalla devastazione dei locali del comune alle bastonate agli sfortunati cittadini – tornare sui propri passi. Dopo due giorni di violenza incessante e diffusa, nella domenica del 17 Aprile, «i ribelli di Renzino» decisero di opporsi ai soprusi e tesero un’imboscata alle camicie nere che si concluse con tre vittime e molti feriti. La reazione nera non si fece attendere tant’è che la sera stessa Renzino fu teatro di una draconiana strage di contadini, donne e bambini, rei soltanto di essersi ribellati all’ingiusta prepotenza. 

«Sono nata e cresciuta dove si sono succedute queste tristi pagine. Qui, tra le famiglie foianesi che avevano visto perdere i propri cari davanti alle proprie porte, si è instaurato un senso di unione e solidarietà che continua, ancora oggi, a essere pilastro della nostra comunità», ci dice Eva Rubegni (nella foto), giovane consigliera comunale di Foiano della Chiana. «Proprio il compito di testimoniare gli eroi di ieri spetta alle nuove generazioni: in occasione della maturità io mi sono sentita in dovere di approfondire il tema nella mia tesina. «È  avvenuto quindi può accadere di nuovo», diceva Primo Levi ed allora è la scuola che deve divenire veicolo affinché i ragazzi prendano coscienza di cosa è successo in passato e di cosa non deve più accadere».

Nell’ambito del Centenario dell’eccidio, parallelamente alle celebrazioni istituzionali, anche il Partito Democratico foianese ha in programma alcune iniziative per tenere viva la memoria storica. Lo stesso 17 Aprile verrà installata una targa in onore alle vittime insieme ad un mazzo di fiori che verrà deposto in ricordo di tutte le vittime della violenza fascista. 

Quando la situazione pandemica lo permetterà, il Partito Democratico organizzerà una serie di conferenze e dibattiti con esponenti politici e ospiti di livello nazionale. 

Questi furono i «fatti di renzino», uno dei primi episodi della violenza nazifascista che la provincia aretina visse sulla propria pelle; ma anche il seme da cui nascerà, vent’anni dopo, la Resistenza. 

Luca Amodio