Attacchi via social ad una dipendente, il Comune difende la lavoratrice

«Ѐ vero che Instagram, Twitter, e soprattutto Facebook, rappresentano la nuova frontiera della comunicazione, ma rispondere in maniera inadeguata e offensiva, o attaccare pubblicamente, e senza motivo, una dipendente dell’amministrazione comunale, attraverso una pagina condivisa da un numero notevole di utenti, va contro le regole del dialogo e di una normale convivenza civile».
Il sindaco di Cortona, Luciano Meoni, prende posizione dopo le frasi offensive rivolte su Facebook alla responsabile dell’ufficio ambiente del comune di Cortona, e apparse in un post pubblicato nella pagina di un gruppo social cortonese. Il duro attacco rivolto dalla scrivente del post all’indirizzo della funzionaria comunale fa riferimento a un colloquio avvenuto nella sede dell’ufficio ambiente del comune, e alla presunta reazione della stessa funzionaria alla richiesta di fornire informazioni più dettagliate. Oggetto dell’incontro erano i tempi e i modi delle pratiche di sterilizzazione delle colonie feline.
Secondo il contenuto del post, scritto dalla stessa persona coinvolta nella vicenda, la responsabile dell’ufficio avrebbe risposto in modo maleducato alle domande che le erano state rivolte e, di fronte alla richiesta di nuovi chiarimenti, e alle rimostranze della richiedente, le avrebbe urlato di abbandonare i locali: una versione dei fatti che non corrisponde alla verità.
«Ho l’opportunità di guidare una macchina amministrativa della quale fanno parte dipendenti con elevate capacità e spirito di servizio, ognuno nel proprio settore di competenza, – prosegue Meoni – e non posso accettare che siano vilipesi e attaccati senza motivo. I dipendenti, e non è un’espressione abusata, rappresentano la risorsa di quest’amministrazione e abbiamo il dovere di salvaguardare la loro professionalità. Il post su Facebook – afferma Meoni – non corrisponde alla verità e il comune agirà, dunque, in tutte le sedi opportuni per tutelare la propria immagine».
La legge italiana tutela le colonie feline, da intendere come un insieme di due o più gatti che vivono, più o meno stabilmente, in una zona pubblica. Rispettare i gatti, compresi quelli che dimorano in libertà, non è un soltanto un gesto d’amore, ma diventa un obbligo previsto dalla legge poiché cittadini italiani. Alcuni articoli del codice penale, integrati dalla legge n. 281 del 1991 e del 2004, prescrivono specifici comportamenti per la protezione degli animali randagi. Ogni singolo comune deve, pertanto, tutelare e supportare la colonia felina insieme alle Aziende sanitarie locali, le quali provvedono alla cura e alla salute dei gatti delle colonie.
«Ricordo – conclude Meoni – che i gatti liberi che vivono a Cortona sono tutelati dall’amministrazione comunale che, con il proprio ufficio ambiente, e in convenzione con associazioni di volontariato e Asl veterinaria, si occupa della loro cura e sterilizzazione».