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Ricordando Fabrizio Meoni, a 14 anni dalla scomparsa in viaggio lungo la solidarietà del campione

Sono passati 14 anni dalla scomparsa del centauro castiglionese Fabrizio Meoni, da quel lontano e triste 11 gennaio 2005; un periodo lunghissimo ma sempre costellato di idee e progetti che sono venute da più parti, fino alla straordinaria intuizione maturata nel 2015, quando si volle dare inizio al percorso che ha portato alla realizzazione del monumento in bronzo dello scultore Lucio Minigrilli grazie al finanziamento di altrettanti sponsors. La grande statua oramai è uno dei simboli di Castiglion Fiorentino. Non solo il ricordo di un grande campione ma anche il segno della laboriosità, dei successi e delle eccellenze della sua città, un monito a tutti per ricordare che chi vuole “ ce la può fare”.

La Fondazione Fabrizio Meoni Onlus ha speso in questi anni ogni energia possibile per consolidare i progetti iniziati personalmente da Fabrizio e promuoverne molti altri, guardando al miglioramento del proprio sistema di relazioni e allo sviluppo di un percorso umanitario coerente, ambizioso e oggi riconosciuto ben oltre i confini italiani come meritevole di sostegno e di grande considerazione. Negli ultimi due anni molti sono stati i progetti completati, tra gli altri, in Sud Sudan e Burkina Faso, a beneficio di comunità in situazioni molto difficili, tra sfruttamento e conflitti. “La nostra rete di partnership e il lavoro della Fondazione – dichiara il Presidente Pierluigi Fabbri – continuano a dare dei risultati veramente importanti: i progetti attuati sono stati determinanti nel cambiari le condizioni di vita nei contesti affrontati e di tanta gente nell’Africa più povera; negli anni siamo arrivati a circa sessanta tra progetti realizzati e sostenuti”.

Evento di particolare significato negli ultimi mesi il viaggio di una coppia di amici senesi, Antonio Cinotti e Francesca De Munari, che hanno affrontato un lungo tour con una poderosa moto stile dakariano alla volta di diversi paesi africani, dalla Mauritania al Senegal al Burkina Faso, con lo scopo di visitare i progetti della Ong Bambini Nel Deserto, a cui sono molto legati, e quelli della Fondazione Fabrizio Meoni. Le testimonianze di Antonio e della moglie ci hanno gratificato, anche per l’eco ottenuto nel vaso mondo delle due ruote che guarda con attenzione alla solidarietà e alla cooperazione internazionale: Ecco quanto ha scritto, in estrema sintesi, Antonio Cinotti

Cari amici della Fondazione
Con mia moglie Francesca e con il nostro amico Stefano abbiamo da poco terminato un viaggio che ci ha portato dall’Italia al Burkina Faso, attraversando molti paesi africani, con una vecchia moto e un fuoristrada, per consegnare materiale in varie strutture africane e per visitare alcune realtà sostenute dalla Fondazione Fabrizio Meoni. Abbiamo così potuto testimoniare di persona l’ottimo lavoro svolto dalla Fondazione stessi; visitare la “mitica” scuola di Guinaw Rails di Dakar, donata e inaugurata da Fabrizio Meoni nel 2002 è stata un’emozione incredibile.
Nel corso del viaggio abbiamo visitato anche il distretto rurale di Fissel, piccolo villaggio senegalese in cui la Fondazione, assieme a One Love Onlus di Pistoia, ha reso possibile la realizzazione di una scuola per regalare un futuro migliore ai bambini che crescono in una realtà difficile, fuori dalle principali vie di comunicazione.
L’ultimo giorno del nostro lungo viaggio abbiamo visitato nella periferia di Ouagadougou, capitale burkinabè, la miniera di Pissy detta anche la “Miniera del Diavolo”, una gigantesca cava da cui vengono estratte pietre e in cui lavorano circa 3000 persone in condizioni indescrivibili: donne, uomini e bambini che rompono e trasportano pesanti massi di granito in un contesto caotico di aria irrespirabile e condizioni di lavoro durissime. Il solo motivo per sorridere è stata la visita alla scuola sostenuta dalla Fondazione, assieme a Solidarietà Missionaria Onlus di Borgo San Lorenzo (Firenze), totalmente gratuita per i figli dei lavoratori della cava, in cui educatori e maestri seguono la formazione di circa 200 bambini che altrimenti crescerebbero all’interno della cava al seguito dei genitori.
Per aver toccato con mano l’ottimo lavoro svolto dalla Fondazione ed ovviamente per il ricordo di un pilota e di una persona straordinaria come Fabrizio Meoni, mi sento di poter consigliare a tutti di seguire e aiutare il lavoro della Fondazione Fabrizio Meoni e diventarne sostenitori!